Compositori

Leonardo Leo

Voce
Soprano
String ensemble
Orchestra
Violino
Alto
Mixed chorus
Violoncello
Tenore
Basso
Secular cantatas
Cantate
Musica sacra
Opere
Opera seria
Concerto
Arie
Salmi
Mottetto
Sonata
per popolarità

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14 Toccate7 Recorder Sonatas

A

A solis ortu (A Ortu solis)Agnellino innocenteAlleluiaAmor vuol sofferenzaAndromacaArgeneAriettaArtaserse

C

Catone in UticaCello Concerto in A major, L.20Cello Concerto in A major, L.50Cello Concerto in D major, L.10Cello Concerto in D minor, L.60Cello Concerto in F minor, L.40Che farai, Lidia cara?Christus factus estConcerto for 4 Violins (Concerto per 4 violini)Credidi in B-flat majorCredo in C major (Credo in do maggiore)

D

Dal di che in questo pettoDe Dios el afecto procuramos (Cercate l'affetto di Dio)Del pigro Lete ecco le spondeDemetrioDemofoonteDiana amanteDite vedesti forse una donzellaDori

E

Emira

G

Gratias agimus tibiGrazie agli Dei che al fine

I

Il Ciro riconosciutoIl cor che vive oppressoIn quel primiero istante

J

Judica me Deus, KraL B.1.6

L

La contesa dell’Amore e della VirtùLa morte di AbeleLa semmeglianza de chi l'ha fattaLa ZingarellaL'AndromadaLaudate Dominum in G majorL'Olimpiade

M

MiserereMissa in G major

N

Nitocri, regina d'EgittoNon potrei benché volessi

O

O Jesu mi amateO Jesus, que finezas (O Gesù, que finezas)O Pedro peregrino de DiosO tu que piedra os haze Christo (O voi che foschia pietra Christo)Oh Dio qual duolo siaOimè che veggio?Or che barbara sorteOr ch'è dal sol difesaOr che l'alba novella

P

Pangue Lingua in E minorParte oh Dio da me FilenoPastoraliPeloroPrata colles plantes flores (Prata COLLES Plantes flores)

Q

Quell'usignuol che in quella pianta

R

Rendimi, oh bella Irene

S

Santa GeneviefaSant'Elena al Calvario (SANT'ELENA al Calvario)Scipione nelle SpagneSifaceSinfonia Concertata for Cello and Strings in C minor (Sinfonia Concertata per violoncello e archi in do minore)Sinfonia in A major (Sinfonia in la maggiore)SolfeggiSolfeggios for Soprano, P-Ln C.N.321Sonata for 2 Oboes, Strings and Continuo in D major (Sonata per 2 oboi, archi e basso continuo in re maggiore)Sonata for Strings and Continuo in D major (Sonata per archi e basso continuo in re maggiore)Sorge Lidia la notteSplende più dell'usato

T

T'intendo sì mio corTurbido caelo

V

Vado dal piano al monteVologeso re de' Parti

Y

Ya te proclaman los cielos (E saranno proclamare il cielo)

Z

Zenobia in Palmira
Wikipedia
Lionardo Oronzo Salvatore de Leo (San Vito dei Normanni, 5 agosto 1694 – Napoli, 31 ottobre 1744) è stato un compositore italiano, tra i massimi rappresentanti della scuola musicale napoletana.
Celebre compositore e capostipite della bella scuola napoletana del XVIII secolo, nacque a San Vito dei Normanni, presso Brindisi, in provincia di Terra d'Otranto. De Leo avrebbe compiuto i suoi studi musicali al conservatorio della Pietà dei Turchini, sotto la direzione di Nicola Fago, soprannominato il tarentino. Girolamo Chigi, maestro di Cappella di San Giovanni in Laterano, allievo e amico di Pitoni, dice che de Leo si recò a Roma e che vi studiò il contrappunto sotto la guida di questo sapiente maestro. Di ritorno a Napoli, de Leo ottenne il posto di secondo maestro al conservatorio della Pietà. Nel 1716 fu nominato organista della cappella reale e l'anno successivo venne designato per occupare il posto di maestro di cappella della chiesa di Santa Maria della Solitaria, per la quale scrisse molta musica. Nel 1719 fece rappresentare la Sofonisba, sua prima opera seria che fu ben accolta e in cui il carattere espressivo del suo talento si faceva già notare.
I biografi che sostengono abbia insegnato al conservatorio di Loreto s'ingannano, fu infatti prima al conservatorio della Pietà, poi a quello di Sant'Onofrio, dove ebbe per allievi alcuni dei compositori più illustri del XVIII secolo, come Jommelli e Piccinni.
Non morì nel 1743, come dice lo stesso Piccinni, in una breve notizia biografica sul suo maestro, né nel 1742 come afferma Burney, ma nel 1744. Il marchese di Villarosa, riferisce che de Leo sarebbe stato colpito da apoplessia, mentre era intento a scrivere un'aria buffa de La finta frascatana che comincia con queste parole: Voi par che gite/di palo in frasca. Lo si trovò con la testa appoggiata sul suo clavicembalo e si credette, in un primo momento che dormisse, ma in realtà aveva già cessato di vivere. È sepolto nella Chiesa di Santa Maria di Montesanto a Napoli, dove son sepolti anche Alessandro Scarlatti, Leonardo Leo ed altri musicisti della scuola napoletana.
Leo era di taglia media, colorito bruno, occhio vivo e temperamento ardente. Sebbene fosse abitualmente piuttosto serioso, non mancava di urbanità e gentilezza. Infaticabile nella professione, passava spesso la maggior parte delle notti a comporre e si trovava sempre in vena- Amava le sue opere, ma rendeva giustizia al merito dei suoi rivali quando occorreva. Morì rimpianto da tutti, lasciando a lungo il ricordo di sé e delle sue opere, nonché della scuola di cui fu uno dei fondatori.
Leo condivide col suo predecessore Alessandro Scarlatti e i contemporanei Nicola Porpora, Francesco Durante e Francesco Feo, la gloria di aver fondato la scuola di Napoli, da cui sono usciti, durante tutto un secolo, una moltitudine di compositori drammatici di prim'ordine. Egli stesso fu non soltanto un grande professore, ma un artista dei più dotati. La sua musica da chiesa non ha meno maestà di quella di Durante, tocca il cuore e fa nascere degli slanci di tenera devozione.
Il suo Miserere a due cori è una composizione tanto notevole per l'elevatezza dei sentimenti che l'hanno dettata, quanto per la purezza di stile in cui si riconoscono le tracce della scuola cantoria romana in cui studiò. Nella sua musica sacra nello stile accompagnato e concertato, de Leo conserva la semplicità e si fa ammirare per la bellezza dell'espressione, come l'Ave Maris Stella per voce di soprano e orchestra o il Credo a quattro.
Egualmente notevole nel genere teatrale, de Leo è sempre nobile, spesso patetico e appassionato ed è con questi mezzi, molto semplici, che perviene a grandi effetti.
Piccinni fa i più grandi elogi alle sue opere, e cita in particolare l'aria Misero pargoletto da Demoofonte come modello di espressione drammatica, quest'aria è, in effetti, della più grande bellezza, anche Arteaga è prodigo di elogi verso questo musicista.