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Testo: Amedeo Minghi. 1950. La Casa Lungo Il Tevere.


Tira tramontana
come un'onda che
scompiglia il volo alto
dei gabbiani, che dal mare
lungo il fiume, cercano la citta.
E i tuoi capelli spettinati,
al vento di marzo.
I platani si piegano e
le foglie un mulinello.
E c'e freddo alla tua pelle,
Tra la seta del vestito
e le mie braccia intorno a Te.
Ma se guardi piu lontano
c'e la casa che sta
lungo il Tevere
apposta per noi:
ed al tramonto i vetri sono rossi ,
sono specchi alle cupole d'oro
mentre sfavilla il Sole
come un miraggio d'inverno,
splende l'oro
ai tuoi polsi sottili
come un miraggio d'inverno
nella casa che sta lungo il Tevere,
apposta per noi.
Gli Angeli del ponte all'alba
asciugano le lacrime
e sono perle,
sopra il marmo.
Perche stelle, sul fiume non brillano,
non brillano piu.
S'accendono nei tuoi occhi
quando pensi alla notte.
La notte,
che e tanto fredda
e ci sorprende stretti stretti
in una stanza,
ai confini del Cielo.
La Luna corre al fiume
perche la Luna passa di qui.
Che brivido, Amore mio
nella casa che sta lungo il Tevere
apposta per noi.
E la Luna porta
una canzone sull'avorio del mio pianoforte,
una lettera d'amore,
come un miraggio d'inverno
scritta sui muri rossi del mio cuore
come un miraggio d'inverno
nella casa che sta lungo il Tevere
apposta per noi.
E' come un miraggio d'inverno
la casa lungo il Tevere
Va pensiero.....
Come un miraggio d'inverno
al tramonto i vetri sono rossi,
come un miraggio d'inverno.
Sono specchi alle cupole d'oro
mentre sfavilla il sole.
Come un miraggio d'inverno
splende l'oro
ai tuoi polsi sottili....
Come un miraggio d'inverno
nella casa che sta lungo il Tevere
apposta per noi.