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Testo: Enzo Jannacci. Fotoricordo. Mario.


Mario, forse l'unica cosa di buono che hai fatto
e non avere voluto figli
cosi non hai fregato il mondo
tra vent'anni chissa in quanti saremo
in quanti rideremo
ma ci pensi sul treno tutti impazziti
a chiederci dove andremo
Mario, ma tu guarda i miliardi che spendono
a prendere i sassi nel cielo
questi prendono, vanno, vengono,
non fanno niente, e solo un volo
noi quaggiu ci sbraniamo, gridiamo ti amo
ma chi la sente la povera gente
gente, e ognuno la pensa in maniera diversa
ognuno ha la sua testa
per lo meno un figlio ti fa compagnia, ma poi
scappa e vola via
poiche cerca di avere nella terra la luna
son sempre gli stessi ad avere fortuna
Mario, non ti resta che l'amore...
Mario, non ti resta che l'amore...
Mario, io ti vedo alle sei di mattina girare,
te e la tua bicicletta
Mario, due speranze nel cuore, un po di giardino
un sogno la tua casetta
alla sera ti fermi nel bar qui vicino giusto per bere un bicchiere
e nel bianco degli occhi nel rosso del vino
muoiono le sere
Mario, la domenica arriva sempre in ritardo
pallida e senza fiato
con te spaesato che inciampi negli anni
e affoghi in un fiasco di vino
chi lo sa forse e giusto, forse e sbagliato
forse sara destino
Mario, non ti resta che ascoltare
Mario, non c'e piu la tua canzone
Mario, dicevi adesso io vado
ad aprire l'ultima porta
Mario, dicevi adesso io vado via
forse per l'ultima volta
dicevi adesso io vado, io vado
a dissolvermi in cometa,
quanto basta per non sentire piu
il ritmo strano della vita
Mario, io faccio il cantante
e grido, e canto solo idee, ma chi l'ha detto
che e giusto o sbagliato tagliarsi un colpo qui sulla testa
lascia fare alla vita la sua vecchia fatica,
siamo feriti quanto basta.
Mario, non ti resta che ascoltare
l'eco che hanno messo nel finale

(Grazie a Ignazio per questo testo)