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Testo: Enzo Jannacci. Enzo Jannacci. Una Tristezza Che Si Chiamasse Maddalena.


Una tristezza che si chiamasse Maddalena
l'avresti dovuta vedere
mentre scendevi piangendo
giu dalla fabbrica
scandendo il tempo di un rhitm & blues.
Una tristezza che si chiamasse Maddalena
l'avresti dovuta adorare
marcio per la vergogna
di un segno di croce mancato
a un povero Cristo smagrito,
ammazzato di cancro ier sera, ier sera.
Una tristezza che si chiamasse Maddalena,
non l'avresti nemmeno trovata
quando a un tramonto
rivestito di grigio
non ti sei neanche chiesto
se fosse assai meglio un ultimo bacio
che non il solito arrivederci.
Una tristezza che si chiamasse Maddalena,
l'hai lasciata morire con gli altri
una sera di un 12 Dicembre
senza il coraggio di alzare una mano
o signore la faccia.
Arrivera insieme all'alba insieme all'apparire nel suo sporco