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Testo: Francesco Camattini. Ormeggi. Icaro Parla A Suo Padre Del Volo.


Sai bene, il coraggio a me poi non manca
molti decolli finiti alle ortiche ho pagato in contanti,
se tu mi vedessi staresti tranquillo
le rotte prevedono ogni mio fallimento.

Altissimo ero, ma il cuore diceva: "va avanti"
e a un tratto mi accorsi di essere un altro.
Ogni angelo in fondo, pensavo, e un uomo normale
che trova una soglia ed apre il suo varco.

Con ali leggere cosi ho sconfitto il mio peso
e il mio volo lassu e una piccola crepa, sul dorso del cielo;
con ali leggere cosi ho sconfitto ogni peso
e il mio volo quaggiu e una piccola crepa sul dorso del volo.

Nessuno di voi, pero, ha mai saputo
dove io poi sia giunto realmente;
vidi il soffio del Nulla che separa la luce dal buio
bellissimi angeli mutarsi in creature tremende.

Se l'addio dell'amore, no, non sapesse fermarci
se la notte non ci facesse spavento
piu grandi del tempo e del sole piu in alto saremmo
per questo di nuovo impotenti.

Con ali leggere cosi ho sconfitto il mio peso
e il mio volo lassu, e una piccola crepa, sul dorso del cielo;
con ali leggere cosi ho sconfitto ogni peso
e il mio volo quaggiu, e una piccola crepa sul dorso del volo.

Ho capito che il confine non e questo bel sole
ma la doppiezza del mondo
nessuno potra mai indagare vastissima luce
se lo sguardo non cede all'abisso piu fondo.

Un pazzo, forse, insieme riesce a provare
amore ed odio profondo
se la stessa natura del volo e precipitare
ora, anch'io, mi confondo.

Con ali leggere cosi ho sconfitto il mio peso
e il mio volo lassu e una piccola crepa, sul dorso del cielo;
con ali leggere cosi ho sconfitto ogni peso
e il mio volo quaggiu e una piccola crepa sul dorso del volo.
Francesco Camattini