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Testo: Giorgio Gaber. L’ingranaggio (Seconda Parte).

Anch?io devo andare sempre avanti
senza smettere un momento
devo andare sempre avanti
e lavorare, lavorare, lavorare
e continuare a lavorare, lavorare, lavorare
e non fermarsi mai.

E non fermarsi mai
e non fermarsi mai
e avere dentro il senso
che non sei piu vivo
e faticare tanto
trovarsi con un vecchio amico
e non saper che dire.
Capire che non ho piu tempo
per il riso e il pianto
saperlo e non aver la forza
di ricominciare.

Non e che mi manchi la voglia
o mi manchi il coraggio
e che ormai son dentro
nell?ingranaggio.

Ricordo quelle discussioni
piene di passione
di quando facevamo tardi
dentro a un?osteria.
L?amore, l?arte, la coscienza
la rivoluzione
sicuri di trovar la forza
per andare via.

Non e che mi manchi la voglia
o mi manchi il coraggio
e che ormai son dentro
nell?ingranaggio.

L?ingranaggio.
Questo ingranaggio cosi assurdo e complicato
cosi perfetto e travolgente.
Quest?ingranaggio fatto di ruote misteriose
cosi spietato e massacrante.
Quest?ingranaggio come un mostro sempre in moto
che macina le cose, che macina la gente
si, anch?io, devo andare sempre avanti,
senza smettere un momento
devo andare sempre avanti
e lavorare, lavorare, lavorare
e continuare a lavorare, lavorare, lavorare
e non fermarsi mai!

E non fermarsi mai
e non fermarsi mai
e ritornare a casa
silenzioso e stanco
senza niente dentro
appena il cenno di un sorriso
senza convinzione.
La solita carezza al figlio
che ti viene incontro
mangiare e poi vedere il film
alla televisione.

Non e che mi manchi la voglia
o mi manchi il coraggio
e che ormai son dentro
nell?ingranaggio?