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Testo: Ivan Graziani. Poppe Poppe Poppe.

Ma io non so com?e nata questa cosa qui e quando mai e cominciata. Sara stata mia zia con quei seni anni cinquanta a contagiarmi in questa mia mania. Poppe, poppe, poppe poppe, poppe, poppe. Poi la mia prof. di Petralia di Sotto che aveva due tette che sembravano quattro. E cosa dire della Preside, laureata in Ostetricia aveva due spade proprio dentro la camicia. Scollature, panettoni rigoglio sano di femminili ormoni colline bianche e solchi misteriosi dove si appuntano gli sguardi dei golosi perche al mondo, al mondo ci sono troppe poppe, poppe, poppe poppe, poppe, poppe. E mi ricordo dal barbiere le donnine profumate con quelle tette da illusioni disperate. E dal meccanico della Pirelli il calendario aveva in copertina un seno leggendario. E non ho mai guardato piu in giu della cintura perche e di sopra che si esprime la natura. E io voglio annegare nella gommapiuma su due tette ricoperte di bagnoschiuma. Scollature, panettoni rigoglio sano di femminili ormoni colline bianche e solchi misteriosi dove si appuntano gli sguardi dei golosi perche al mondo, al mondo ci sono troppe poppe, poppe, poppe poppe, poppe, poppe. That?s right.