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Testo: Roberto Vecchioni. Ninni.

Incontrarvi seduti sopra quel treno
tutti e quattro avevate vent'anni in meno
come in fondo ad un buco
che da nel tempo;
e cercare incollando paura e amore
una scusa qualunque per non parlare:
se mi guardano in faccia
che gli racconto?

Tu eri bella e parlavi coi tuoi bambini
disegnavi sorrisi sui finestrini,
lui segnava i cavalli da giocare
e passo qualcosa di lieve,
come sole in mezzo alla neve
ed avrei voluto dirvi: "Sono io".
Dirti: "Guardali bene, che cambieranno,
com'e giusto domani ti lasceranno".
Dire al piccolo: "Finch? puoi
stiamo insieme".
Dire all'uomo che fuma senza parlaare:
"Fuma piano, ti prego" e poi capire
che il futuro e gia stato
e non puo cambiare.
E che il tempo mi passa e mi passa sopra,
e tu entravi dicendo: "Vuoi che ti copra,
Ninni, e tradi, fa freddo, stai gia dormendo?"
Ninni, Ninni, Ninni...

Ninni e stanco, Ninni ha guardato
Ninni ha pianto, Ninni ha perduto
Ninni ha amato tanto da non amare piu.

Quante volte ho pensato di rinunciare
e lasciargliela li come fosse un gioco
questa vita che e niente
ma non e poco,
quanti mezzi sorrisi ai miei ritorni,
quante corse da scemo sui treni fermi
quanti che chiamo
e non si san piu voltaare.

Tu sei bella e mi guardi senza parlarmi,
non ti sei neanche accorta di assomigliarmi,
e non sai quanta voglia avrei di dirti
che tuo figlio non e cambiato,
era solo ma si e aspettato,
ed e sempre come lo chiamavi tu
Ninni, Ninni, Ninni...