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Testo: Marlene Kuntz. Uno. Sapore Di Miele.


Sapore di miele,
sapore d'amore,
dalla tua pelle dentro alla mia bocca,
quando torni a farti la mia faccia.

Un gusto melato
di cose gia avute
(dopo un'ora sarebbero perdute):
si puo solo riprendere a giocare

ancora e ancora
finche lo vuoi.
Dammi il tuo nettare, mia bella Venere,
che tornero il tuo duro Satiro.

Ancora e ancora
finche mi vuoi:
con il tuo nettare, mia sacra Menade,
io tornero dentro di te.

Sapore di miele,
sapore d'umore:
alveare mio, stilla ancora amore!
Suggo e bevo come fa l'ape al fiore.
Il tempo e dei giochi
che accadono allegri,
e solo questo e il mondo che vogliamo:
lascia un gusto dolce che godiamo

ancora e ancora
finche lo vuoi.
Dammi il tuo nettare, mia bella Venere,
che tornero il tuo duro Satiro.

Ancora e ancora,
finche mi vuoi:
con il tuo nettare, mia sacra Menade,
io tornero il tuo duro Priapo.

Ecco... lo sento ritornare...
si tu dissetami cosi...
vieni a gustare il tuo sapore
il tuo desiderio qui ... su me... oh si...

Eccomi qui mia bella Venere
rinvigorito bella Venere
sono il tuo satiro ancora di piu
e vengo su giu su giu su giu
Eccomi qui mia sacra Menade
rinato mia gustosa Menade
sono un tuo fauno sono il dio pan e vengo su giu su giu su giu.

(Grazie a teresa per questo testo e a Manyila&Pepz, Franz per le correzioni)