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Testo: Roberto Vecchioni. Il Capolavoro. Velasquez.


Ahi Velasquez, dove porti la mia vita?
un fiore di camposi e impigliato fra le dita,
e tante stelle, tante nelle notti chiare,
e mille lune, mille dune da scoprire.
Ahi Velasquez, non ti avessi mai seguito,
con te non si torna una volta sola indietro:
in mezzo ai venti, sempre genti da salvare,
sei morto mille volte senza mai morire.

Un vecchio zingaro ungherese
di te parlando mi giuro
che c'eri prima di suo padre,
piu in la nel tempo non ando.
I cerchi del tuo tronco sono
ferite d'armi e di parole
che mai nessuno vendico

Ahi Velasquez, com'e duro questo amore.
Mi pesa la notte prima di ricominciare:
e tante veglie, come soglie di un mistero,
per arrivare sempre piu vicino al vero...

Ahi Velasquez certe sere quanta voglia,
fermare la vela e ritornare da mia moglie;
e tu mi dici: "Fatti scrivere", e normale,
per te bisogna sempre scrivere e lottare.

E la tempesta ci sorprese
due miglia dopo Capo Horn:
se ne rideva delle offese,
in mezzo al ponte si distese
e fino all'alba mi canto
Ragazze, terre, contadini,
da sempre popoli e padroni,
fu li che tutto cominco.

Ahi Velasquez fino a quando inventeremo
un nido di rose ai piedi dell'arcobaleno,
e tante stelle, tante nelle notti chiare
per questo mondo, questo mondo da cambiare?

ahi Velasquez, ahi chitarra come spada,
mantello di sabbia, orecchio mozzo, antica sfida,
eterna attesa, corda tesa da spazzare,
e tanta voglia, tanta voglia di tornare...